Skip to main content

Introduzione: l'Acceptance and Commitment Therapy

"Immaginate una psicoterapia che non tenti di ridurre i sintomi, ma ottenga la riduzione dei sintomi come effetto. Una terapia saldamente basata nella tradizione delle scienze sperimentali, ma allo stesso tempo con una forte enfasi sui valori, sul perdono, sull’accettazione, sulla compassione, sul vivere nel momento presente, e sull’accedere ad un senso trascendentale di sé. Una terapia così difficile da classificare che è stata descritta come “terapia umanistica esistenziale cognitivo comportamentale” (Harris, 2006, p. 2).

L'Acceptance and Commitment Therapy, conosciuta anche come ACT (pronunciata come una singola parola, in inglese “azione” ma la radice è latina; Hayes, Strosahl & Wilson, 1999) è una terapia comportamentale che mette in discussione le regole di base del mainstream della psicologia occidentale. Questa terapia utilizza strumenti basati sul linguaggio come metafore e paradossi, abilità di minfulness e un'ampia gamma di esercizi esperienziali e interventi comportamentali giudati dai valori del cliente.

L’ACT è un intervento psicologico e psicoterapeutico sviluppato all'interno di una cornice teorica e filosofica coerente e basato su evidenze sperimentali, che usa strategie di accettazione e mindfulness insieme a strategie di impegno nell'azione e modificazione del comportamento, per incrementare la flessibilità psicologica (Hayes, 2005). Con il termine flessibilità psicologica si intende essere pienamente in contatto con il momento presente, come essere umano consapevole e, sulla base di ciò che la situazione permette, cambiare o persistere in comportamenti che perseguano i valori che ciascuno ha scelto come importanti. Obiettivo dell’ACT è di aiutare il cliente a scegliere di agire in modo efficace (comportamenti concreti in linea con i propri valori) in presenza di eventi privati difficoltosi o interferenti.

L’ACT abbraccia una filosofia della scienza contestualistica, una teoria di base del linguaggio e della cognizione, e una teoria applicativa della psicopatologia e del cambiamento psicologico. Una vasta parte dei principi di base dell’ACT legati allo studio sperimentale della cognizione e del linguaggio sono riassunti nella interpretazione nota come Relational Frame Theory (RFT; Hayes, Barnes-Holmes, & Roche, 2001).

II lavoro ACT / RFT si è sempre proposto elevati standard di valutazione empirica, includendo non solo un assessment e una valutazione controllata degli outcome, ma anche l'individuazione e la valutazione dei processi di cambiamento ipotizzati, e la connessione di questi processi a un programma di ricerca di base che mira alla loro spiegazioni in termini di principi comportamentali funzionali includendo quelli derivati dall'RFT (Hayes, 2005). I protocolli di intervento sviluppati sono altamente strutturati e ogni punto del modello è stato validato sul piano della ricerca di base e clinica. L’ACT, per queste sue caratteristiche di raccordare scientificamente i piani della ricerca di base ed applicata, rappresenta anche il modello più coerente con i principi dell’Evidence Based Intervention (Kazdin, 2001).

L’ACT ha un’efficacia sostenuta sperimentalmente su una varia gamma di condizioni cliniche: depressione, disturbo ossessivo compulsivo, stress lavorativo, dolore cronico, diabete, stress da cancro terminale, ansia, disturbo post traumatico da stress, anoressia, abuso di sostanze e schizofrenia (Zettle & Raines, 1989; Twohig, Hayes & Masuda, 2006; Bond & Bunce, 2000; Dahl, Wilson & Nilsson, 2004; Branstetter, Wilson, Hildebrandt & Mutch, 2004; Gregg, Callaghan, Hayes & Glenn-Lawson 2008).

This page contains attachments restricted to ACBS members. Please join or login with your ACBS account.