Basi teoriche dell'ACT: RFT e analisi del comportamento

Basi teoriche dell'ACT: RFT e analisi del comportamento
Più di 20 anni sono passati dai primi trial randomizzati sul Comprehensive Distancing (la prima forma di ACT, Zettle & Hayes, 1986). In questo intervallo, la teoria di base del linguaggio e della cognizione umana fondamentale per l’ACT, la Relational Frame Theory (RFT; Hayes, Barnes-Holmes, & Roche, 2001) è stata sviluppata fino a diventare un programma di ricerca sperimentale comprensivo di base utilizzato per guidare lo sviluppo dell’ACT stessa (Hayes, Luoma, Bond Masuda e Lillis, 2006). La RFT è diventata, a livello di ricerca, una delle più attive teorie di base dell’analisi del comportamento umano, con più di 70 studi sperimentali focalizzati sui suoi assunti. L’RFT è idi difficile comprensione immediata e richiede il possesso di svariati termini nuovi; in questo contesto è necessaria solo un'ampia veduta d’insieme. Per un'analisi più approfondita in lingua italiana si veda l'area dedicata alla RFT, (per un ulteriore approfondimento cfr. Moderato, Presti e Chase, 2002) o in inglese il sito contextualscience.org Secondo la RFT, il centro della cognizione e del linguaggio umano è l’abilità, appresa e controllata dal contesto, di relazionare arbitrariamente, mutualmente e in combinazione gli eventi, e di cambiare le funzioni di specifici eventi in base alle loro relazioni con altri eventi. Per esempio, bambini molto piccoli sanno che 50 centesimi sono più grandi di un euro rispetto alle dimensioni fisiche, ma capiranno solo più tardi che 50 centesimi sono più piccoli di un euro rispetto all'attribuzione sociale. Oltre a essere arbitrariamente applicabile (50 centesimi sono "più piccoli" di un euro solamente per convenzione sociale), questa più complessa relazione psicologica è mutuale (per esempio, se 50 centesimi sono più piccoli di un euro, un euro è più grande di 50 centesimi), combinatoria (per esempio, se 20 centesimi sono più piccoli di 50 centesimi e 50 centesimi sono più piccoli di un euro, allora 20 centesimi sono più piccoli di un euro), e alterano la funzione degli eventi relati (se 50 centesimi sono stati usati per comprare caramelle un euro verrà ora preferito anche se non è ancora mai stato usato). Le implicazioni applicative dell’RFT derivano da molteplici filoni di ricerca, ma alcune caratteristiche sono particolarmete critiche per la clinica: la cognizione umana è uno specifico tipo di comportamento appreso. Per esempio, i ricercatori RFT hanno recentemente mostrato che le relazioni comparative arbitrariamente applicabili (la situazione dell'euro e dei 50 centesimi appena presentata) possono essere imparati-insegnati come un operante “overarching” dei bambini piccoli; la cognizione altera gli effetti di altri processi comportamentali. Per esempio, una persona che ha subito uno shock in presenza di B e che impara che B è più piccolo di C, mostrerà una maggiore risposta emozionale a C rispetto a B, anche se B è stato direttamente associato con uno shock; relazioni cognitive e funzioni cognitive sono regolate da differenti caratteristiche contestuali della situazione. Le implicazioni primarie della RFT nell'area della psicopatologia e della psicoterapia partono dalle tre importanti caratteristiche appena descritte (Hayes et al., 2001): il problem solving verbale e il ragionamento sono basati su alcuni dei processi cognitivi che possono essi stessi portare alla psicopatologia, e perciò non è praticamente possibile eliminare questi processi, come l'estinzione inibisce ma non elimina le risposte apprese, l'idea di senso comune che le reti cognitive possono essere logicamente ristrette o eliminate non è psicologicamente consistente perché queste reti sono riflesso di processi storici di apprendimento; i tentativi di modificazione diretta che si focalizzano sui nodi chiave delle reti cognitive creano un contesto che tende a lavorare la rete nella stessa area e accresce l'importanza funzionale di questi nodi; poiché il contenuto e l'impatto delle reti cognitive sono controllati da caratteristiche distinte del contesto, è possibile ridurre l'impatto delle cognizioni negative sia che queste continuino o meno a presentarsi in una forma particolare. Prese insieme, queste quattro implicazioni significano che spesso non è saggio, ne necessario, focalizzarsi primariamente sul contenuto delle reti cognitive negli interventi clinici. La teoria e la ricerca suggeriscono che è possibile invece focalizzarsi sulle loro funzioni; l'ACT è basata su queste intuizioni. L’RFT si è dimostrata utile nel modellare cognizioni di ordine superiore in svariate aree (Hayes et al., 2001). Per esempio, i ricercatori RFT hanno modellato con successo analogie e metafore (Stewart, Barnes-Holmes, & Roche, 2004), e hanno mostrato che i relational frame producono il priming semantico (e.g., Hayes & Bissett, 1998). Anche le misurazioni neurobiologiche forniscono sostegno. Compiti RFT complessi generano attivazione pre-frontale (Barnes-Holmes, Regan, et al., 2005) come ci si aspetterebbe basandosi sulle ricerche cognitive sul ragionamento relazionale (Waltz et al., 1999). Similmente, i pattern di attivazione del cervello mostrano che il priming all’interno di relazioni arbitrarie di stimoli in compiti RFT è relazionale, non solamente associativo. L’RFT vuol essere una teoria contestualistica e generale della cognizione e del linguaggio umano; per questo i suoi obiettivi si estendono ben al di là dell’ACT o delle terapie comportamentali e cognitive in generale. Poiché tutte le caratteristiche chiave della teoria sono costruite in termini di variabili contestuali manipolabili, questa ha già condotto ad interventi applicativi in aree come quella dell'educazione. Nell’ACT, ogni componente della tecnologia è virtualmente connesso concettualmente all’RFT, e svariate di queste connessioni sono state studiate sperimentalmente (Hayes, Luoma, Bond Masuda e Lillis, 2006).
Giovanni Miselli